Il progressismo è una filosofia politica che sostiene il mutamento della società attraverso l’attuazione di politiche riformiste e innovatrici, perseguendo il progresso in campo sociale, politico ed economico. È una filosofia tipica delle politiche di sinistra.
Reputando gli avanzamenti negli ambiti della scienza, della tecnologia, dello sviluppo economico e dell’organizzazione sociale vitali per il miglioramento della condizione umana, il progressismo divenne molto significativo in Europa nel XVIII e XIX secolo, durante i quali, sotto la spinta di movimenti culturali come l’illuminismo e il positivismo, cominciò a diffondersi la convinzione che il continente stesse dimostrando come le nazioni potessero progredire da condizioni incivili alla civiltà attraverso il rafforzamento delle basi della conoscenza empirica come fondamento della società. Figure cardinali dell’Illuminismo reputavano il progresso universalmente applicabile ad ogni contesto societario, e ritenevano che le idee a supporto dello stesso si sarebbero presto diffuse dall’Europa in tutto il globo.
Purtroppo qualche cosa non è andata nel verso giusto.
Premettendo che ognuno a casa propria è libero di fare nei limiti della legge quelle che i propri gusti richiedono, dall’ omosessualità, a giochi sessuali dado maso ecc. o suonare senza disturbare i vicini o hobby’s vari.
L’esibizionismo e la coercizione ad accettare situazioni imbarazzanti, evidenziando con pessimo gusto e nudità contrarie alla natura, comportamenti omosessuali in pubblico dove ci sono minori, o nelle scuole confondere con la cultura progressista, di solito appartenenti a politiche della sinistra, scuole materne ed elementari con il genere sessuale, è completamente errato!!!
Donald Trump, nel 2021, ha sintetizzato il cambiamento dicendo in un comizio “woke is for loser”, cioé: essere woke è da sfigati. Cos’è cambiato? La parola, innanzitutto, è uscita dai confini della comunità afroamericana e il suo significato è stato progressivamente ‘tirato’ e diluito in un generale “empatico” o “attento al linguaggio”.
Nel discorso pubblico ha poi preso un’accezione sempre più negativa: è woke chi corregge gli altri quando parlano, è woke chi ha un atteggiamento censorio verso le opinioni non in linea con le proprie (leggi: conservatrici). Insomma, woke è passato a indicare un impegno solo di facciata, legato a questioni triviali come le parole senza portare a nessun cambiamento reale.
politicamente corretto una parola nata con la nobile intenzione di non discriminare nessuno, ma progressivamente usato per denigrare e ridicolizzare alcuni cambiamenti sociali in atto.